Marta e Maria Serena: “Per noi, oggi, il Malawi è casa..”

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Malawi, la nostra seconda casa: il cuore della missione batte tra la gente Vi siete mai innamorati? Di quell’amore che fa battere il cuore, che riconosceresti tra mille solo dal profumo? Un amore che, con il tempo, cresce e si trasforma: ama i difetti, accoglie le mancanze, si nutre della quotidianità che spesso si ripete uguale. Per noi, il Malawi è stato così: amore a prima vista. Anzi, è stato amore visto negli occhi di qualcun altro. La voglia di metterci in gioco, di conoscerci e di scoprire nuovi luoghi e nuove realtà ci ha spinte, dieci anni fa, a dire “sì” a questa avventura. Per noi, oggi, il Malawi è casa. È il posto dove tornare per ritrovarsi: ritrovare volti, storie, racconti, sorrisi, strette di mano. Eravamo partite con il desiderio di aiutare, di migliorare la vita di altri, con il tempo, però, abbiamo capito che non è tanto il “fare”, quanto lo “stare” ad avere valore.

Ci chiedono spesso perché continuiamo a tornare in Malawi. La risposta non è semplice, perché è fatta di sensazioni, di emozioni: è sentirsi a casa, è riconoscere nell’altro un fratello, un amico, è lasciarsi avvolgere dagli odori, dai colori, dalle voci. Non siamo eroi, né salvatori. Ma sentiamo che la nostra vita ha senso solo se diventa dono. In un mondo che corre e consuma, il Malawi ci insegna a fermarci e contemplare. In un tempo che teme il futuro, ci mostra che la Fede può ancora essere una forza che trasforma. In una società che spesso si chiude, il Malawi ci ricorda che l’amore apre strade anche dove sembrava non ce ne fossero. Negli anni sono partiti con noi tanti volontari, spinti dallo stesso entusiasmo che ci aveva mosse la prima volta.

Il Malawi, paese accogliente e, nel paradosso della sua povertà, profondamente felice, ci accompagna nella crescita. Ci mette di fronte ai nostri limiti: il buio che accorcia le giornate e ti obbliga a fermarti; i rubinetti che non seguono i tuoi bisogni; la convivenza con chi non conosci; i piedi scalzi che percorrono chilometri di terra rossa… Tutto ti costringe a guardare dentro di te e se il cuore si apre e accoglie, sei pronto a vivere pienamente l’esperienza.

Diventi parte di quel popolo. L’aiuto diventa autentico, viene accolto e porta frutto. Non vedi l’ora di imparare quella lingua così distante dalla nostra, quell’ultimo mattoncino che ancora ti separa da un fratello. La nostra storia, però, ci riporta anche nella nostra casa in Italia. Ed è qui che comincia il tempo dell’amore a distanza.

E allora non possiamo fare a meno di raccontare, di condividere, di provare a far innamorare di questo paese anche chi non è ancora partito — o forse non partirà mai. La quotidianità si riempie di attività a sostegno dell’Associazione Amici del Malawi ODV: dai mercatini

di Natale, alle bomboniere solidali, fino alla compilazione del bilancio sociale.

Tempo perso? No. È tempo di cura, per sentirsi uniti 365 giorni all’anno, scanditi dal nostro calendario solidale. In questi anni siamo state grate di raccogliere il testimone di chi ci ha preceduto: persone che hanno visto nascere e crescere l’associazione, sostenuto progetti, amato il popolo malawiano e creduto nelle sue potenzialità. Come gli elefanti che popolano la terra malawiana, e che hanno una memoria lunga e profonda, anche i nostri fratelli in Malawi ricordano: ricordano nomi, gesti, parole.

Ricordano il bene ricevuto. Il nostro desiderio è che l’Associazione diventi una famiglia sempre più grande. Che sempre più persone imparino a dire un po’ meno “io” e un po’ più “noi”.

Ottobre è il mese missionario. Ma la missione non è fatta solo di eventi straordinari: è scoprire lo straordinario dentro l’ordinario.

Per noi, l’Associazione è diventata proprio questo, anche nei gesti più semplici. La missione, oggi più che mai, non è partire per cambiare gli altri, ma lasciarsi cambiare dall’incontro. È tornare a casa con occhi nuovi. È continuare ad amare, anche da lontano, chi ti ha insegnato cosa significa davvero essere umano.

Ogni volta che partiamo, le persone che ci vogliono bene si preoccupano per la nostra salute. Ma una volta che il Mal d’Africa ti ha contagiato, guarire è impossibile.

Zikomo (“grazie”) Malawi!

Marta e Maria Serena

(Fonte: La Voce)

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